Holden Rivarossi è stato un innovatore incompreso. No, è stato il peggior regista della storia. Tra questi estremi, il culto del regista rodigino scomparso misterosamente 35 anni fa senza lasciare traccia di sé manco nelle pagine wiki, tanto che alcuni sostengono non sia mai esistito: eppure esistono gli otto titoli della sua filmografia ufficiale, e altrettante colonne sonore raccolte dalla Peluqueria Hernandez nel nuovo album “Amaresque”, prodotto da Tony “Face” Bacciocchi -nome storico del postpunk italiano dietro le pelli di Not Moving e Link Quartet- e pubblicato da Audiar assieme alle relative locandine illustrate nel booklet da Mauro Marchesi.
Un percorso lungo, faticoso, divertente e a volte grottesco ha portato all'uscita della seconda release per l'orchestra veronese: “Amaresque” è stato anticipato nell'estate 2010 dalla diffusione del singolo Katunga (Il sombrero della jungla), una delle sette tracce inedite + la ghost track nella versione cd (X o Dos – Struggente dream realizzato con Lilith And The Sinnersaints) e la cover di La Martiniana -classico messicano di Andrès Henestrosa portato al successo da Lila Downs- con il prestigioso featuring di Umberto Palazzo alla voce.
Come negli esotici fumetti d'avventura per ragazzi degli anni Cinquanta, “Amaresque” sviluppa temi e sonorità che non riescono a decidersi tra serio e faceto: le atmosfere da B movie di cui si nutre il disco incontrano spesso i ritmi infuocati delle fieste messicane, in una miscela inusuale di liscio e country tra Fausto Papetti e Ry Cooder, i corteggiamenti al jazz etnico di John Zorn e le infatuazioni per il pulp-core d’epoca degli Shadows. Riportando sempre però tutto nella tradizione della nostra musica leggera, con qualche digressione in ambienti più esplicitamente post-rock.
Katunga apre le danze in modalità etnojazz / desert surf, da compila Ultra-Lounge selezionata dai Ronin, invece Cuoraccione di melone sta per pochi metri ancora negli States, è Ry Cooder a guardare il confine dalle finestre di El Paso, e c’è sempre il sassofono che impazzisce pur entro lo schema. Puerto Tristeza è il buon Hernandez che taglia i capelli à la Che coss’è l’amor: muore nell’ombra la vita, si è spento il sole e chi l’ha spento è l’orchestra. La titletrack un falso lento da Scandalo al sole, per una band sorprendente che accosta il molto alto al molto basso, il colto al popolare: così La Martiniana bellissimo take di Tijuana in botta Banda Ionica, sfociando nei tre tempi della torrida balera sul fiume. Procopio a suo modo rockeggia nell’inseguimento di un pre-poliziottesco ante litteram che si arzigogola sul vicolo cieco del free e diventa una stasi di eco e theremin, salvo riprendersi blandamente nella linea seguita all’inizio con finale di bigiotteria e clangore. Capitan Mannaggia non si discosta dai solidi e sicuri terreni battuti dalla bandilla, l’esilarante ‘O Mariaccio ‘Nnammurato accoglie un canone peculiare del piano bar e Bongusto o Di Capri segnavano le preferenze della nazione. X o Dos chiude con Lilith che legge nel dialetto della Valnure, più genovese che piacentino, più brasiliano che tutto, una splendida suite indolenta e profumata che rivela la matrice jazz di buona parte del progetto.
TRACKLIST:
KATUNGA (IL SOMBRERO DELLA JUNGLA) - CUORACCIONE DI MELONE - PUERTO TRISTEZA - AMARESQUE
LA MARTINIANA (Featuring Umberto Palazzo) - PROCOPIO - CAPITAN MANNAGGIA - O MARIACCIO 'NNAMMURATO
+ (BONUS TRACK - CD ONLY) XoDOS / STRUGGENTE DREAM (Featuring Lilith)
LA BANDA:
Mauro Marchesi (chitarra elettrica, e-bow, tastiere)
Joyello Triolo (chitarre, voce, theremin)
Thomas Simoncini (basso, chitarrs classica)
Gigi Sabelli (batteria, percussioni)
Luca Pighi (percussioni, batteria)
Roberto Lanciai (sassofono alto e baritono)
Plus:
Umberto Palazzo, voce in La Martiniana
Lilith, voce in X o Dos / Struggente dream
Produzione esecutiva: Tony Face per Radiocoop Edizioni
Registrato e mixato al CAT Sound Studio da Marco Marcassa ed Emanuele Chiericato
